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Le 5 terre AcT 1 / AcT 2

La disastrosa alluvione del 2011

 

Il 25 ottobre 2011 è una data che rimarrà per sempre nella storia delle Cinque Terre. In questo giorno una delle più grandi alluvioni si è riversata sul parco nazionale.

13 persone hanno perso la vita, i danni sono calcolati in centinaia di milioni di euro. Molti sentieri pedonali sono stati inaccessibili per più di un anno.

Vernazza è il borgo che ha subito maggiori danni, è stato ricostruito in due anni. I primi piani di quasi tutti gli edifici in città sono stati danneggiati e sono stati soggetti a una completa ristrutturazione. In città tutto è stato ricostruito quasi completamente, anche la fognatura è stata rifatta da zero.

Oggi ci ricordano di questo tragico evento solo un paio di manifesti, il più grande dei quali si trova vicino alla stazione ferroviaria di Vernazza.

I centri più colpiti sono stati quelli di Borghetto di Vara, Brugnato, Bonassola, Levanto, Monterosso al Mare, Vernazza in provincia della Spezia e Aulla in provincia di Massa-Carrara
La Spezia, Vernazza e Monterosso, vista aerea della Guardia Costiera delle aree colpite dall’alluvione. Milioni di metri cubi di fango e detriti sono scesi con una forza immane dalle colline circostanti , portati dai torrenti che in mancanza di alberi, hanno trascinato a valle tutto ciò che hanno trovato nel loro percorso.
Non sapevamo cosa sarebbe nato da questa idea, sapevamo solo che in un modo o nell’altro avremmo dovuto fare qualcosa. Ma siamo gente che ama il mare e la vela e ci venne d’istinto pensare che forse se avessimo seguito la prima regola che ci viene insegnata quando si comincia a navigare è che : ” In mare non si abbandona nessuno”. E quindi applicammo la stessa regola sulla terra ferma. Quello che sapevamo fare era organizzare e quindi decidemmo di far uscire in mare nel Golfo dei Poeti a La Spezia quante più barche a vela possibili e raccogliere fondi per una Onlus di Brugnato che aveva perso tutto e soprattutto i due pulmini con i quali portavano ogni mattina i ragazzi portatori di Handicap a scuola. Questo divenne il nostro obiettivo. Creammo una Associazione NO PROFIT e stabilimmo al primo punto dello statuto, che non 1 euro sarebbe stato distolto dalla raccolta fondi per pubblicità, fondo spese, gadget etc etc… e che l’intera somma raccolta sarebbe stata convertita in necessità e quindi i 28.000 Euro raccolti vennero convertiti in 2 pulmini usati che consegnammo alla presenza del Sindaco di La Spezia alla direttrice della Onlus.
Una esperienza entusiasmante, vedere centinaia di barche a vela riempire il golfo dei Poeti sotto il logo delle 10000 vele non aveva prezzo e ci rendemmo conto che se avevamo fatto un piccolo miracolo dal nulla , l’avremmo potuto ripetere in futuro

Amatrice AcT 3

Terremoto Amatrice 24 Agosto 2017

Quasi trecento morti, una cittadina fiorente e dalla storia secolare ridotta pressoché in macerie, le inevitabili polemiche sulle case venute giù con troppa facilità, sulla rimozione delle macerie, sulla ricostruzione. Tre anni fa, alle 3:36 di notte del 24 agosto 2016, la terra ha tremato ad Amatrice (e non solo), una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 registrata dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nel territorio del Comune di Accumoli, in provincia di Rieti, a circa 8 chilometri di profondità.

Più di 300 morti

Le vittime “dirette” del terremoto furono 299, 239 delle quali concentrate nel solo territorio di Amatrice, stracolmo di persone sia per il periodo estivo, che come ogni anno richiamava in terra reatina una moltitudine di turisti e titolari di “seconde case”, gente originaria del luogo ma trasferitasi altrove – per lo più a Roma – per motivi di lavoro o familiari, sia per l’immediata vicinanza con la tradizionale sagra degli spaghetti all’amatriciana, evento tra i più famosi di tutto il nord del Lazio, che in quell’anno era in programma il 27 agosto, tre giorni dopo la tragedia.

Amatrice AcT 3

Terremoto Amatrice 24 Agosto 2017

Quasi trecento morti, una cittadina fiorente e dalla storia secolare ridotta pressoché in macerie, le inevitabili polemiche sulle case venute giù con troppa facilità, sulla rimozione delle macerie, sulla ricostruzione. Tre anni fa, alle 3:36 di notte del 24 agosto 2016, la terra ha tremato ad Amatrice (e non solo), una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 registrata dai sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nel territorio del Comune di Accumoli, in provincia di Rieti, a circa 8 chilometri di profondità.

Più di 300 morti

Le vittime “dirette” del terremoto furono 299, 239 delle quali concentrate nel solo territorio di Amatrice, stracolmo di persone sia per il periodo estivo, che come ogni anno richiamava in terra reatina una moltitudine di turisti e titolari di “seconde case”, gente originaria del luogo ma trasferitasi altrove – per lo più a Roma – per motivi di lavoro o familiari, sia per l’immediata vicinanza con la tradizionale sagra degli spaghetti all’amatriciana, evento tra i più famosi di tutto il nord del Lazio, che in quell’anno era in programma il 27 agosto, tre giorni dopo la tragedia.

A seguito di accordi con il Comune di Amatrice ed i responsabili del comprensorio scolastico, abbiamo concordato che il ricavato complessivo della raccolta fondi 10000 vele di solidarietà Act 3, sarà finalizzato all’acquisto di KIT di abbigliamento sportivo per gli allievi del neonato Liceo Scientifico ad Indirizzo Sportivo Internazionale di Amatrice. L’Istituto è nato da accordi tra Comune di Amatrice, Ministero dell’ Istruzione dell’ Università e della Ricerca MIUR e CONI e inizia, con la stagione 2017/2018, la prima sessione di corsi.

Anche questa volta il cuore grande dei velisti ha risposto con grande entusiasmo alla raccolta fondi , partecipando il 17 maggio alla veleggiata che ha visto tantissime barche in acqua da nord a sud. personalmente ho seguito fin dai primi giorni direttamente sul posto gli sforzi immani per scavare sotto le macerie, una esperienza che segna nel profondo chi la vive. Non possono esserci parole per descrivere ciò che è successo e noi siamo stati una piccola goccia in un mare di disperazione che era e rimane per chi l’ha vissuta sulla propria pelle, assolutamente incolmabile.

 

Contro la violenza sulle donne

AcT 4

10000 vele di solidarietà ancora una volta si è attivata per un fine sociale. Questa volta non ci sono state raccolte fondi per un terremoto o per una alluvione.
L’idea è stata quella di uscire in mare con tutta la forza della comunicazione e della determinazione che il mondo della vela ha sempre messo quando si è trattato di unirsi per una giusta causa.
Un progetto ambizioso che avrebbe previsto il maggior numero di imbarcazioni in un’unica giornata lungo tutte le coste del mare italiane ,ma anche sui laghi e nei fiumi che avrebbero issato un nastro rosso come simbolo inequivocabile di partecipazione e di totale dissenso verso quella violenza che è una vergogna per chi la perpetra e una offesa inimmaginabile e sofferenza per chi la subisce.
Oggi in Italia contiamo 103 vittime solo nel 2021
Negli ultimi 20 anni, solo in Italia, sono oltre 3000 le donne uccise; nel 90% dei casi vittime di persone conosciute; nel 50 % dei loro partner.
E L’Italia, secondo le statistiche internazionali, non è nemmeno ai vertici di questa terribile graduatoria.
Alle vittime di omicidio, certamente i casi più eclatanti, si debbono aggiungere le vittime di violenze sessuali, fisiche, psicologiche, familiari e sociali. Migliaia. Centinaia di migliaia. Milioni.
Una piaga. Una tragedia. Uno stillicidio. Un’ingiustizia. Un obbrobrio. Una vergogna.
La terminologia per indicare la portata del “fenomeno” è estesa e varia almeno tanto quanto le forze che si sono messe in gioco per contrastarlo, limitarlo, annullarlo.
E’ una battaglia di civiltà, di cultura e di conoscenza, che deve impegnare tutti, a qualsiasi livello, a partire dalle istituzioni per arrivare fino al nostro vissuto quotidiano.
Una battaglia che non può essere sostenuta né tantomeno vinta da singole persone, gruppi o realtà, per quanto forti e motivate possano essere.
E’ una battaglia che si deve combattere su moltissimi fronti, contemporaneamente e con una sinergia totale tra le parti, troppo spesso invece vittime a loro volta di visioni e modalità tropo limitate o “ristrette”.
Una battaglia che non si vince con i soli proclami, con le sole buone intenzioni o con le sole giornate “simboliche”.
E’ una battaglia che, per avere qualche speranza di riuscita, deve coinvolgere tutti con le risorse ed i mezzi che ciascuno può dare.
Per questo motivo, nel nostro piccolo e con tutte le limitazioni che possiamo avere, crediamo opportuno lanciare un appello a tutte le persone che, in qualsiasi forma, sono state impegnate nella realizzazione della 10000 vele contro la violenza sulle donne, rendendo la giornata del 4 luglio scorso un evento importante e concreto.
E la risposta che ci aspettavamo è andata ben oltre le più rosee aspettative.  Grazie  allo staff delle 10000 vele e al lavoro profuso in termini di comunicazione , di impegno affinché tutti i circoli, federazioni , singoli armatori potessero partecipare.
6000 barche e 30000 partecipanti , questi sono i numeri che hanno contraddistinto questa manifestazione . Vi diamo appuntamento per l’ACT 5 il 4 luglio 2022.

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